Ci sono stereotipi sulle donne, pregiudizi e battutine sessiste che ancora oggi limitano le opportunità e le potenzialità femminili, è arrivato il momento giusto per cambiare mentalità e decidere di noi stesse.
Le donne sono stanche di sentirsi dire quello che possono e quello che non possono fare. E di non avere le stesse opportunità degli uomini. La parità di genere è un miraggio ancora lontano, complice un mondo che non è ancora a misura di donna. Colpa anche di stereotipi di genere duri a morire, che si inculcano nella nostra testa fin dalla più tenera età. Non solo tra gli uomini, ma anche tra le stesse donne che arrivano a non credere più nelle proprie capacità.
Che cosa sono gli stereotipi di genere? Sono luoghi comuni che tradizionalmente rimandano a un genere, ma che non corrispondono assolutamente alla realtà e, soprattutto, impediscono al singolo soggetto di esprimersi. Si tratta di generalizzazioni che ci portiamo dietro come retaggio culturale. E che spesso vengono trasmesse in famiglia, a scuola, tramite i media. Diventando di fatto il pensiero comune. E limitando le libertà professionali e personali.
Quando si parla di stereotipi di genere le più colpite sono le donne.
Considerate per anni il sesso debole, destinato solo a prendersi cura dei figli, del marito e della casa. Senza possibilità di fare carriera, soprattutto in alcuni settori. E da questo conseguono anche problemi di parità di genere legati a stipendi, possibilità di avere ruoli lavorativi importanti, ma anche di trovare lavoro o avere un percorso accademico pari a quello degli uomini.
Stereotipi di genere, dove nascono
I bambini crescono con gli stereotipi di genere fin dalla più tenera età. Già prima di andare a scuola, quindi intorno ai 5-6 anni, le bambine iniziano a credere che i maschi siano più intelligenti, migliori di loro, come è emerso da uno studio dal titolo “Gender stereotypes about intellectual ability emerge early and influence children’s interests“, pubblicato su Science.
Questo pensiero le accompagnerà per il resto della loro vita, limitandole. Di fatto permettendo loro di esprimere tutto il proprio potenziale. Cosa che invece è riservata ai bambini di sesso maschile.
Se ci pensi, tutta la società ruota intorno a stereotipi che di fatto limitano le bambine nell’espressione del loro io: inducendole a pensare che ci sono cose da maschi e cose da femmine. A partire dalla famiglia, dalla scuola e dagli stessi media, che propongono modelli che separano i generi.
Le bambole sono per le bambine, le macchinine per i bambini. Liste di giocattoli pensati per lei, accanto a liste di giocattoli pensati per lui. Pubblicità che non aiutano di certo a superare il gender gap, promuovendo sempre gli stessi identici stereotipi. Scadendo a volte nel sessismo più becero e triste. Lo stesso accade ancora con i colori, ma anche con gli sport e le attività di gruppo, che vengono identificate ancora come più indicate per maschi oppure per femmine.
Negli stessi libri di scuola si possono leggere gli esempi di stereotipi più comuni, con la donna di solito relegata ai lavori di casa o nell’accudire i bambini, mentre l’uomo è impegnato con il lavoro a sostenere la famiglia.
Stereotipi femminili nell’istruzione
Il problema può nascere in famiglia, ma anche nella scuola stessa. Pensando di essere meno intelligenti e dotate dei maschi, le ragazze a scuola intraprendono percorsi scolastici che si crede siano più adatti alle alunne di sesso femminile.
Negli studi, quasi inconsapevolmente, le studentesse sembrano adeguarsi a quello che ci si aspetta da loro. Un caso eclatante sono le materie STEM, le discipline scientifiche e matematiche (Science, Technology, Engineering and Mathematics), che sembrano esclusiva degli uomini.
Secondo il ministero dell’Istruzione nel 2018 solo il 35% delle studentesse frequentava discipline legate a scienze, tecnologia, ingegneria, matematica. Con un 15,2% iscritto al corso di laurea in Scienze Tecnologiche e informatiche.
Cosa studiano le donne? Il 68% delle ragazze sceglie un liceo, con il classico che rappresenta la preferenza maggiore. I dati sono leggermente in miglioramento rispetto al passato, quando ad esempio le iscritte a ingegneria si contavano con il contagocce mentre ora rappresentano un terzo degli iscritti. Merito anche della continua sensibilizzazione sul tema, che porta sicuramente ad una maggiore consapevolezza femminile delle proprie opportunità.
Ad esempio nel campo della ricerca, secondo recenti dati ONU, solo il 28% dei ricercatori del mondo è di sesso femminile. Eppure le capacità ci sono ed è necessario promuovere modelli femminili che possano sempre più estirpare i pregiudizi sulle donne. Per rimanere in Italia, come non citare Rita Levi Montalcini (neurologa), Margherita Hack (astrofisica), Samantha Cristoforetti (astronauta e ingegnere), Fabiola Gianotti (fisica) …donne che hanno saputo prendere in mano la propria vita e dimostrare che le il “gentil sesso” è spesso sottovalutato.
I luoghi comuni sulle donne, un freno sociale e culturale
Gli stereotipi sono un freno a livello personale, perché limitano di fatto la realizzazione femminile. Perché a parità di capacità e di potenzialità, nella psiche femminile si instaura un meccanismo secondo il quale ci si sente inferiori agli uomini nel lavoro, nei rapporti interpersonali, nel proprio ruolo all’interno della società.
Ma il freno non è solo personale. È anche sociale e culturale, perché non permette alla società di crescere, di essere inclusiva, di poter contare su contributi femminili importanti. Abbiamo parlato prima di quattro grandi donne italiane della scienza: immagini il mondo scientifico senza la loro partecipazione? Se queste donne non avessero creduto nelle loro capacità e non avessero lottato in un mondo tutto a misura di maschio, anche il settore scientifico ne avrebbe risentito; diventando più povero e meno ricco di scoperte e di racconti invece molto importanti.
Liberiamoci da ogni tipo di stereotipo, è il momento giusto
Come dire addio per sempre agli stereotipi di genere? La strada è lunga e false credenze legate a quello che le donne possono o non possono fare non spariscono dall’oggi al domani. Ma si può fare molto promuovendo una cultura della parità, agendo sin dalla scuola dell’infanzia. E anche in famiglia, incoraggiando una comunicazione che non sia più sessista e non discrimini più le donne.
Proporre lauree gratis o scontate in discipline STEM alle studentesse potrebbe sembrare una buona idea, ma non risolve il problema alla base. C’è bisogno di un cambio di cultura generale sin dalla più tenera età, che non limiti e sottovaluti le possibilità femminili nel mondo.
I bambini di oggi saranno gli adulti di domani. Lasciamo che emergano pienamente le loro potenzialità, qualunque strada decidano di intraprendere. Ognuno dovrebbe essere libero di diventare chi vuole, con i propri tempi e i propri desideri. Promuovendo una cultura di parità di genere che superi dei confini, anche mentali, che nel 2019 non possono più esistere.
Uno dei più grandi stereotipi sulle donne riguarda la maternità, con una società che pensa erroneamente che essere madre sia un dovere ma anche una questione incompatibile con il lavoro, un ruolo che ha una “data di scadenza” oppure una forma egoistica quando si sceglie di non mettere al mondo un figlio.
Eppure, il momento giusto lo puoi decidere solo tu. Cosa ne pensi a riguardo> Confrontiamoci nei commenti.
Io penso che la grande scommessa sia nella scuola, dove si può insegnare ai bambini e alle bambine a scovare e a decostruire tutti gli stereotipi di genere che li circondano, partendo da quelli nelle fiabe, nei libri di testo, nei giochi, nel linguaggio declinato sempre al maschile…Bisogna formare il corpo docente con appositi corsi di formazione orientati all’educazione al rispetto e alla parità di genere, in tutti gli ordini di scuola. Solo così potrebbe iniziare una rivoluzione culturale per dare alle donne pari opportunità.
Grazie Marinella per il tuo commento, che condividiamo totalmente. L’ambiente scolastico è fondamentale per educare al rispetto e alla lotta non solo contro gli stereotipi, ma anche verso tutte le forme discriminatorie e limitanti dell’individuo come bullismo, violenza di genere e omofobia. È necessario incentivare la cultura del rispetto degli altri, partendo proprio dai bambini. Buona giornata