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Che cos’è la Sindrome dell’abbandono? Come si manifesta e con quali sintomi? E come si è modificato questo sentimento di angoscia verso le relazioni nell’era dei social network? Oggi affrontiamo un tema delicato, più diffuso di quanto si pensi.





La paura di perdere la persona amata

Sindrome dell’abbandono. Paura di essere lasciati da parte. Timore di perdere chi si ama. Terrore e incapacità di rimanere soli. Angoscia al pensiero di non avere nessuno accanto e dover passare il resto della vita in solitudine.

Ma la sindrome dell’abbandono provoca anche paura di non essere presi in considerazione, di non essere mai la prima scelta, di essere messi in disparte. Un costante senso di inadeguatezza, nella vita reale come in quella virtuale. I social network, infatti, amplificano la sindrome da abbandono, portandola a estreme conseguenze e rischi che non vanno sottovalutati.

Proprio a causa della diffusione dei social network, la sindrome dell’abbandono colpisce più duramente. Perché si ha paura di essere tagliati fuori dall’esistenza dell’altro, da eventi e contesti sociali, così come di essere costantemente giudicati. Si chiama FOMO, acronimo del termine inglese “Fear of Missing Out”. È il timore di non essere parte di qualcosa. Di essere esclusi, messi da parte, accantonati. Sentimenti che portano a sentirsi soli e a voler sempre dimostrare qualcosa a chi si ha accanto, anche nel mondo digitale.





L’ansia da abbandono nell’era digitale

La FOMO si manifesta quando non siamo in  grado di apprezzare quello che viviamo nella realtà, perché il pensiero è ossessivamente focalizzato su quello che non stiamo facendo, come spiega lo psicoterapeuta statunitense Arnie Kozak, autore di “Wild Chickens and Petty Tyrants: 108 Metaphors for Mindfulness”.

Perché  se da un lato i social network hanno il potere di aprirci le porte potenzialmente al mondo intero, dall’altro hanno dei limiti ben precisi e dei rischi che possono colpire soprattutto persone già messe a dura prova emotivamente. Il voler sempre avere qualcosa che non si ha e non si potrebbe avere, non porta solo a non apprezzare quello che si possiede o quello che si è in grado di fare ma spinge a sentirsi costantemente sotto pressione; costretti a dimostrare di essere sempre migliori degli altri. Anche se si tratta solo di apparenza.

Questo comporta non solo il bisogno di suscitare invidia negli altri ma anche sentirsi sempre insoddisfatti di quello che si possiede e si vive quotidianamente. Infelicità incessante e bassa autostima sono solo alcuni dei sintomi percepiti. Una persistente rincorsa a chi ha di più, a chi fa di più, a chi dimostra di più.

Questo mette in atto curiosi meccanismi sulla rete, dove chi soffre di sindrome dell’abbandono cerca di mostrarsi migliore rispetto agli altri: si postano solo le foto migliori, si cerca la frase più accattivante possibile per aggiornare lo stato e si cerca continuamente di sembrare invidiabili agli occhi di persone conosciute e non.







Ad esempio, sotto un post di un’amica che mostra la foto della figlia che spegne la prima candelina, al posto di un semplice “auguri” o di un  apprezzamento per quel momento condiviso sui social perché ritenuto importante, chi soffre della sindrome dell’abbandono potrebbe rispondere con un rilancio, in stile poker, sottolineando che anche lei sta aspettando il momento giusto per diventare madre e godersi quei momenti. Al contrario, potrebbe scrivere che non invidia assolutamente le “gioie della maternità” perché potrebbero limitare la sua libertà.

Oppure rispondere con un commento molto, troppo, intimo, ad esempio sul fatto che si sta informando sull’Egg Freezing in Italia.

Così facendo, non solo mette in difficoltà chi non conosce l’argomento ma cerca di attirare l’attenzione su di sé, su quello che si vorrebbe essere e non sull’altro che, giustamente, sta solamente celebrando un momento importante della sua vita e, di certo, non desidera in quel momento parlare della scelta o meno dell’amica di diventare madre. 

La FOMO compare quando
non riusciamo ad apprezzare le esperienze offline che stiamo vivendo perché il nostro pensiero si focalizza ossessivamente
su quello che non stiamo facendo

Arnie Kozak





Ansia d’amore: i sintomi della sindrome dell’abbandono

Quali sono i sintomi che possono farci capire che soffriamo di sindrome dell’abbandono? Ci sono segnali che non andrebbero mai sottovalutati, soprattutto in un rapporto di coppia e in relazione con altri, dagli amici ai colleghi di lavoro, così come nell’utilizzo dei social network. 

Come si manifesta la sindrome dell’abbandono:

  • attaccamento affettivo rapido e morboso
  • tendenza a passare da una relazione all’altra, sia in amore sia in amicizia
  • bisogno di compiacere a tutti i costi il partner e gli altri, sacrificando le proprie necessità
  • inclinazione a restare in relazioni affettive, pur ritenendole tossiche
  • eccessiva critica verso il partner o chi si ha accanto
  • gelosia immotivata e possessività
  • scarso interesse per l’intimità e il coinvolgimento emotivo
  • comportamenti sabotativi
  • difficoltà a reprimere la rabbia e scarso controllo degli impulsi
  • visualizzazione ossessiva di situazioni di abbandono che si sono manifestate o potrebbero manifestarsi
  • scarsa fiducia nel prossimo
  • tendenza a farsi coinvolgere emotivamente da partner già impegnati sentimentalmente
  • bassa autostima
  • eccessivo controllo sui comportamenti altrui

Per quello che riguarda l’implicazione che la sindrome ha con l’uso dei social network, di solito chi soffre di FOMO è ossessionato dalla propria timeline, che aggiorna di continuo per curiosare e vedere cosa postano i propri contatti; sia quelli più vicini sia quelli più lontani. Il bisogno di controllare gli altri e di sapere che vita migliore della nostra vivono diventa quasi un chiodo fisso. Si tratta di un vero e proprio disagio, un allarme sociale che spesso viene sottovalutato. Perché non ritenuto importante. Ma le implicazioni possono essere pesanti.





Quali ripercussioni ha la Sindrome dell’abbandono?

La Sindrome dell’abbandono può provocare una serie di ulteriori disturbi: si rischia un distacco dalla realtà, l’annullamento delle emozioni e della capacità di godere delle piccole gioie della vita così come dei successi personali e delle persone alle quali si vuol bene. Sempre proiettati verso quel pericolo che è rappresentato dall’allontanamento dell’altro o dalla non accettazione da parte di chi si ha accanto.

Le cause scatenanti della paura di essere abbandonati possono derivare sin dall’infanzia, un momento in cui si ha maggior bisogno di essere accuditi e protetti ma in cui è mancato l’affetto e l’attenzione genitoriale.

In realtà, le cause possono essere molte e andrebbero indagate con cura. Perché un passato irrisolto si rispecchia inevitabilmente in un presente difficile da vivere e in un futuro impossibile da progettare. Separazioni, divorzi, perdite improvvise e inaspettate, rotture, fini di amori e amicizie, lavori conclusi malamente: le motivazioni possono essere diverse per chi da adulto prova ansia, timore, senso di abbandono costante e la necessità di mostrarsi superiore agli altri.





Come superare la paura di essere abbandonati?

Per superare le proprie paure bisognerebbe riappropriarsi delle esperienze che ci hanno segnato, lasciare andare e prepararsi a vivere pienamente la propria vita senza angoscia; ritrovando quell’autostima che una sindrome di questo tipo annienta. Rivivere i traumi subiti nell’infanzia con l’aiuto di esperti può essere utile per liberare finalmente le emozioni. Per perdonare e perdonarsi. E riaprirsi alla vita.

Bisognerebbe smettere di cercare un costante confronto con gli altri e godere appieno di quello che si possiede, cercando di raggiungere i propri obiettivi e non quelli degli altri. Ma imparare a stare soli, senza il timore che sia il mondo intorno a noi a volerci escludere, è un percorso lungo e necessario per vivere pienamente e con serenità. E se il problema sono i social network e il mondo distorto che spesso creano, una bella disintossicazione è quello che ci vuole! La tecnologia può essere un aiuto prezioso nella vita di ognuno di noi, a patto che non sia lei a condurre il gioco.

Riprendiamo le redini delle nostre vite, fermiamoci un attimo, respiriamo e ascoltiamoci. Solo così sapremo di cosa abbiamo realmente bisogno. Accettando le nostre paure e affrontandole con naturalezza. Ritornando finalmente a vivere pienamente e a godere di ogni attimo di questo splendido viaggio che è la vita. Con tutti i suoi pregi e tutti i suoi difetti.

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