In un mondo in cui le donne sono ancora viste come madri e casalinghe, la scelta di alcune di loro di non avere figli quando tutti si aspettano il contrario (perché si ha un lavoro e una relazione stabile oppure si ha raggiunto una certa età) fa ancora molto discutere, nonostante la libertà di scelta dovrebbe essere un diritto inviolabile anche nel valutare “il momento giusto” in cui mettere al mondo un bambino; se questo dovesse poi rientrare nei progetti di vita futuri.
Perché si giudica ancora chi sceglie di non avere un figlio in un determinato momento della vita?
Avere figli o non avere figli. Questo sembra essere ancora oggi il dilemma che circonda la figura femminile. Perché siamo nel 2020, ma è come se fossimo tornati indietro nel Medioevo. La donna deve stare a casa, badare ai figli, che nel frattempo ha fatto, fare la casalinga. Sì, ci possono essere delle eccezioni, ma mi raccomando: non devono essere la regola. Quante volte alle cene con i parenti ci siamo sentite porre la fatidica domanda: “ma quando ti fidanzi?” seguita da: “ma quando ti sposi?” e alla quale, inevitabilmente, si arriva al: “e quando ti decidi a fare dei figli?”.
Ecco, quest’ultima è la peggiore domanda che si possa fare a ogni donna. Perché è una questione molto delicata. Potremmo trovarci di fronte a donne che vorrebbero avere dei figli, ma non possono per questioni di salute, economici oppure che non ritengono sia il momento giusto per diventare mamme perché non rientra nelle priorità in quel particolare periodo della loro vita. E sì, esistono anche donne che non vogliono avere del tutto figli. Così come esistono uomini che non hanno desiderio di paternità. E il bello è che a questo mondo c’è posto per tutti. Ma c’è chi ancora stenta a crederlo, fermo in retaggi culturali antichi che sono davvero duri a morire.
Diventare mamme non è una scelta da prendere alla leggera
Come non lo è la scelta di diventare padre. C’è chi sostiene che i giovani di oggi siano degli egoisti, perché non mettono al mondo figli. I tassi di natalità sono in continua discesa nel nostro paese. Ma la colpa non è sempre e solo dei giovani. Viviamo in una società in cui è difficile fare il genitore. Perché non ci sono aiuti e sostegni. Una società in cui la maggior parte dei giovani vive con contratti precari con cui già è difficile da soli arrivare alla fine del mese. Figuriamoci con un pargoletto bisognoso di attenzioni e cure.
Se è difficile per tutti, per le donne lo è ancora di più. Perché spesso tutti gli impegni ricadono proprio sulle spalle materne. La cura domestica, l’assistenza del bambino e, magari, sono lavorativamente impegnate per parecchie ore e lontane da casa. Se non ci sono i nonni a dare una mano, far quadrare i conti a fine mese tra bollette, spesa, medicinali, baby sitter e asilo nido può essere un problema. Tanto che a rimetterci nella maggior parte dei casi è la mamma, che sceglie di rimanere a casa dal lavoro. O è costretta a scegliere di rinunciare alla propria carriera lavorativa. Quando non viene direttamente licenziata non appena annuncia la gravidanza.
Non sempre è il momento giusto per diventare mamme
Se scegliere di diventare genitori non è semplice in un mondo sempre più precario come quello in cui viviamo, non sempre è il momento giusto per fare questo importante passo. La vita non è composta di tappe uguali per tutti. Ognuno vive la propria vita secondo le proprie attitudini, desideri, priorità e sogni. E non dovrebbe essere costretto a rinunciare a nulla per compiacere qualcun altro. O per diventare quello che la società, la famiglia o il partner si aspetta.
Ci sono donne che, purtroppo, diventano mamme quando non sono pronte. Perché subiscono pressioni. Perché non possono continuare a vivere la loro vita come l’avevano sognata, immaginata, progettata. Perché non hanno potuto aspettare il loro momento giusto. Per gli studi, per la voglia di esplorare il mondo, per il lavoro e la carriera, per l’attesa della persona perfetta con cui condividere un progetto importante o delle condizioni economiche che possano permettere di compiere questo passo: sono tante le motivazioni che possono rimandare il momento giusto. Ma non desiderare figli in un determinato momento della propria vita non significa rinunciare a preservare la fertilità, perché libertà è anche poter scegliere di cambiare idea riguardo la maternità in futuro.
Donne che non vogliono figli ora ma scelgono di proteggere la propria fertilità
E se si cambiasse idea in futuro riguardo la maternità? Chi non vuole figli, molto spesso, ha le idee chiare sin da giovanissima ma è piuttosto frequente che in futuro si possa desiderare il contrario. A differenza degli uomini, però, le donne devono fare i conti con una capacità riproduttiva che fisiologicamente cambia con il passare del tempo. E ci si potrebbe ritrovare a desiderare un figlio in età più matura e ad avere problemi nel concepirlo naturalmente. È possibile preservare la fertilità, anche se l’idea di avere un figlio non rientra negli immediati progetti di vita? La risposta è sì, grazie all’Egg Freezing: una tecnica che consiste nel prelevare e conservare i propri ovociti nel momento di massima fertilità ed utilizzarli qualora in futuro si cambiasse idea sul fatto di avere un figlio e subentrassero problemi nel rimanere incinta.
L’istinto materno (e paterno) non è universale: il movimento Childfree
Non tutte le persone che decidono sin da giovanissimi di non volere figli, però, cambiano idea nel corso della vita. C’è chi sceglie di non avere mai figli e difende, giustamente, la propria libertà di scelta e di pensiero. E per non rischiare gravidanze indesiderate arrivano a ricorrere alla sterilizzazione volontaria irreversibile. Sono soprattutto le donne ad eliminare chirurgicamente la possibilità di concepire e per questo vengono fortemente criticate, nonostante sia una scelta sacrosanta e molto intima.
I motivi per decidere di non avere figli e di non volerne nemmeno adottare sono molti. Il movimento Childfree, come è stato ribattezzato nei paesi anglosassoni dove si discute da più tempo della questione, di solito si rifà ad alcune ragioni. Il non voler essere responsabili di un altro essere vivente, l’aver paura di non essere all’altezza (ragione che spesso alberga in quelle donne che hanno avuto mamme troppo chioccia), il timore di non poter più tornare a essere come prima, fisicamente ed emotivamente parlando. A volte sorge anche la paura di potersi ammalare o di essere causa di malattie trasmesse al feto. E c’è anche chi si appella al fatto che su questa Terra siamo in troppi e che il mondo che stiamo lasciando ai nostri figli non vale nemmeno la pena di essere vissuto.
Tante le ragioni, tante le storie, tanti i sogni di chi vuol diventare mamma, di chi vuole aspettare il momento giusto e di chi non arriverà mai a desiderare un figlio. Tutte motivazioni che vanno rispettate, accettate, comprese. Per permettere a ogni donna di vivere la vita secondo quello che è il suo cuore a dettare. E anche di essere libera di cambiare idea e di diventare madre quando si sentirà davvero pronta.