Nel precedente articolo della mia rubrica su Magazine al Femminile (clicca qui per leggere “Come scegliere il percorso universitario”) ti ho dato alcuni consigli su come scegliere il percorso universitario senza incorrere in errori abbastanza tipici. In questo articolo, invece, voglio darti tre consigli utili su come affrontare al meglio un esame universitario.
Riguardo questo argomento, devo dire, sono molto ferrata considerato che ho ben due lauree magistrali e un master e, sommati ad altri esami che ho dovuto sostenere come, per esempio, l’esame di stato per diventare psicologa, mi fanno diventare una grande esperta di test universitari.
So perfettamente come ci sente prima di un esame universitario, specialmente quelli più difficili. Il cuore ti va a mille e continui a pensare di non essere sufficientemente pronta per passarlo o di non meritarti un bel voto. Io sono sempre stata una perfezionista e ricordo bene che, durante il conseguimento della prima laurea, rifiutavo tutti quei voti al di sotto del 27 perché volevo avere una media alta. Per me la media era fondamentale. Volevo uscire con 110 e lode e questo era il mio unico pensiero.
Con la seconda laurea, avendo qualche anno in più e una maggiore maturità, ho cambiato il mio approccio di studio e di obiettivi. Non era più il voto che contava ma che bagaglio culturale mi sarei portata a casa da quell’esame. Mi chiedevo sempre, anche per gli esami più ostici o noiosi, che cosa ci fosse di interessante per me e per la mia carriera in quella tematica. E sai una cosa? Sono comunque uscita con 110 e lode senza mai rifiutare un voto. Questo perché l’apprendimento non era più mnemonico ma esperienziale e la maggior parte di ciò che ho imparato lo custodisco ancora nel mio cervello.
Preparare un esame universitario in 3 step
Il più importante consiglio che ti voglio dare è proprio quello di goderti l’esame universitario. Certo, sembra un po’ strana come cosa ma, se hai scelto la facoltà giusta, allora gli esami sono tutti utili (a loro modo) per prepararti al meglio per il mondo del lavoro. E per ogni materia puoi portarti a casa nozioni e curiosità che ti serviranno anche nella vita personale. Detto questo, ecco i miei 3 consigli:
1. Organizza lo studio in modo metodico
Contrariamente a quello che avviene alle scuole superiori, dove i compiti in classe sono scadenzati e vengono fatte diverse verifiche scritte e orali per materia in un quadrimestre, all’università non funziona in questo modo. C’è un solo appello (quanto meno si spera) e in alcune facoltà non esistono prove parziali. Questo significa che l’esame ingloba tutti i contenuti della materia e viene fatto a fine anno, in genere a giugno e luglio.
Lo studente deve, quindi, essere in grado di organizzarsi alla perfezione lo studio nei mesi precedenti l’esame perché non c’è più il professore che, di volta in volta, interroga i ragazzi per vedere se hanno appreso una parte del programma (come succede, appunto, alle superiori). Qui, lo studente deve sapersi organizzare lo studio da ottobre (inizio delle lezioni) a maggio (fine delle lezioni). Non ci si può ridurre all’ultimo minuto, perché sarebbe controproducente e un dispendio di energie esagerato (tra l’altro nel periodo migliore per uscire a svagarsi!). Infatti, studiare a ridosso dell’esame (aprile, maggio e giugno), chiudendosi in casa perché non si è fatto un buon lavoro prima, è un gran peccato. È sicuramente molto meglio sfruttare i periodi invernali per impostare bene il lavoro e iniziare a studiare.
Come fare allora? Io ti consiglio di prenderti un’agenda dedicata alla to do list per i tuoi esami dove segnare, giorno per giorno, cosa andrai a leggere o studiare. Ti faccio un esempio. Lunedì so che posso dedicare due ore allo studio e, quindi, decido di studiare da pagina 1 a pagina 33 e fare i riassunti. Martedì, invece, so che potrò dedicare solo mezz’ora allo studio perché poi lavoro e, quindi, sceglierò un’attività adeguata a quei 30 minuti (per esempio rileggere gli appunti o continuare con la lettura del libro, impostando un massimo di 5 pagine).
Pianifica la tua agenda bi-settimanalmente così da avere chiari gli obiettivi che vuoi raggiungere ogni 14 giorni. Io, in genere, preferisco sottovalutarmi nella to do list cioè, se so che potenzialmente posso leggere 50 pagine, io segno che ne farò 40 in modo tale da superare sempre le mie aspettative. Questa cosa mi dà più positività rispetto a sovraccaricarmi e poi ritrovarmi indietro con il programma da svolgere (e deprimermi di conseguenza!).
2. Informati sulle modalità dell’esame universitario
Un’altra cosa importante da fare è quella di informarsi bene sulle modalità dell’esame. Sembra un consiglio banale ma mi è capitato tante volte di vedere compagni di corso che arrivavano il giorno dell’esame senza sapere come si sarebbe svolto e, soprattutto, senza avere la benché minima idea di esercitazioni o compiti intermedi che andavano consegnati al professore prima del giorno dell’esame. Sembra pazzesco ma succede molto spesso! Soprattutto se non frequenti le lezioni, informati sulle modalità dell’esame tramite colleghi di corso o scrivendo direttamente al professore. Fallo all’inizio del ciclo di lezioni, così da impostare il tuo studio in base alle eventuali consegne richieste.
3. Gestisci l’ansia e aumenta la performance con la postura del vincitore
Pensa ad uno sportivo che vince! Ad esempio, può essere un corridore, un ciclista, un pallavolista o un calciatore. Quale postura assume quando vince? Sono pronta a scommettere che tu abbia indovinato il quesito immaginandoti l’atleta con le braccia alzate in segno di vittoria e un viso soddisfatto, magari mentre urla di gioia. Ecco, quella è la tipica postura di colui che ha appena vinto qualcosa, che sia un incontro sportivo ma anche un gioco, una sfida o qualsiasi altra performance.
Quando si vince si tende ad alzare le braccia al cielo. Questo gesto, che è ormai il simbolo della vittoria, ha un passato evolutivo importante e ci accomuna anche al maschio alfa di alcune tipologie di scimmie che alzano le braccia e, in alcuni casi, si battono i pugni sul petto in segno di dominazione e potere.
Ti voglio far riflettere sul fatto che, dal punto di vista evolutivo, la postura del vincitore era una postura “pericolosa” perché, avendo le braccia alzate al cielo, non consentiva ai nostri antenati di essere pronti alla reazione fight or flight e non solo. Alzando le braccia al cielo, la zona più delicata e vulnerabile del corpo dove albergano organi come cuore, polmoni, stomaco, intestino e fegato è completamente esposta ad un eventuale predatore senza la protezione delle braccia. Il segno di vittoria, quindi, è un segno che veniva fatto in passato dal maschio e dalla femmina alfa in segno di potere, dominazione e sicurezza. Era la dimostrazione davanti a tutti di essere i più forti, i migliori, i vincitori, per l’appunto.
Ma cosa succede se assumiamo la postura del vincitore prima di una performance invece che dopo? Se lo sono chiesti alcuni ricercatori che hanno svolto un esperimento per verificare se ci fossero differenze nella successiva performance (in quel caso la prova era un colloquio di lavoro).
I candidati sono stati suddivisi in due gruppi. Ad un gruppo è stato chiesto di assumere la posizione del vincitore per un paio di minuti, prima di iniziare il colloquio (ovviamente in un luogo privato come il bagno e non davanti ai selezionatori). Al gruppo di controllo non è stata data alcuna prescrizione prima di iniziare il colloquio. I risultati sono stati incredibili perché, chi aveva assunto la posizione del vincitore prima di iniziare il colloquio, aveva avuto una performance migliore rispetto a quelli che non avevano assunto quella posa. Questo perché: alzare le braccia al cielo in segno di vittoria è un tipo di postura che aumenta l’autostima e la motivazione consentendo, di conseguenza, di affrontare una qualsiasi performance con una marcia in più.
Fallo anche tu! Assumi per qualche minuto la postura del vincitore prima dell’esame. In alternativa, nell’esperimento si è notato che anche la postura del supereroe (con le mani appoggiate sui fianchi ha un buon effetto sulle prestazioni). La puoi assumere nel bagno dell’università per un paio di minuti (tanto, chi ti vede?).
Affrontare un esame universitario è sicuramente stressante e impegnativo, anche in vista della scelta di una professione che, inevitabilmente, ti porterà ad affrontare in età più matura scelte di vita come l’andare a convivere o sposarti e crearti una famigliarispetto ad altre tue coetanee (che, ad esempio, hanno cominciato a lavorare subito dopo il diploma e sono economicamente indipendenti da molto tempo).
Una giovane donna impegnata professionalmente, nel prosieguo degli studi e, successivamente, in una professione legata al percorso di studi intrapreso che può consolidarsi dopo molti anni, spesso deve fare i conti con la pressione sociale legata al fattore riproduttivo femminile: è fisiologico che la capacità riproduttiva femminile vada a diminuire fino a cessare con il passare del tempo. Un tempo, purtroppo, relativamente breve.
Uno degli step che ti consiglio è di informarti ora sull’Egg Freezing, una procedura che ti consente di preservare la tua fertilità quando è all’apice attraverso la crioconservazione degli ovociti; permettendoti di vivere serenamente le tappe fondamentali della tua vita, fino a quando sarà il tuo momento giusto anche per, eventualmente, diventare mamma.
Dott.ssa Laura Pirotta – Psicologa clinica specializzata in neuroscienze
? psicologa@magazinefemminile.it