Nel precedente articolo della mia rubrica ti ho dato alcuni consigli per prepararti al meglio per gli esami universitari. In questo articolo facciamo un passo in avanti verso il mondo del lavoro e voglio darti 5 consigli utili per prepararti ad affrontare al meglio un colloquio di lavoro. Ti ricordo come sempre di scrivermi a psicologa@magazinefemminile.it per dubbi, domande, curiosità o per esprimere la tua preferenza sugli argomenti da trattare nei prossimi articoli.
Come presentarsi ad un colloquio conoscitivo
1. L’abito fa il monaco
Chi ti ha detto che l’abito non fa il monaco ti ha mentito o, quanto meno, non conosce le ultime ricerche neuroscientifiche e psicologiche sull’argomento. L’abito fa il monaco, eccome! Infatti, ci facciamo la prima impressione di una persona in meno di mezzo secondo e gli altri se la fanno di te.
Ciò che indossiamo fornisce informazioni sulla nostra personalità ma anche sulla nostra condizione economica, sul nostro status sociale e sulla nostra affidabilità. Numerose ricerche hanno dimostrato che durante un colloquio di lavoro gli esaminatori sono fortemente influenzati dal look del candidato. Attenzione, però! Non esiste un look perfetto per ogni colloquio di lavoro perché tutto dipende da due fattori importanti: il tipo di posizione per cui si fa domanda e il tipo di azienda.
Infatti, ogni azienda ha il suo look specifico e privilegia un certo tipo di abbigliamento piuttosto che un altro. Ci sono, per esempio, aziende che non vedono di buon occhio le magliette con le spalline troppo strette o che non accettano pantaloni corti e infradito durante il periodo estivo, così come ci sono aziende decisamente più permissive e informali. Nelle prossime righe ti fornirò alcune informazioni utili che derivano da ricerche neuroscientifiche:
- Le scarpe che indossi forniscono un’idea della tua età, della tua personalità e del tuo reddito. Durante un colloquio di selezione presentati con scarpe sobrie, adatte a tutte le occasioni. Evita le infradito, i sabot e i tacchi troppo alti.
- Le persone con piercing visibili vengono valutati meno intelligenti ma più creativi. Sappi, quindi, che se fai un colloquio per un lavoro convenzionale, il piercing può giocare a tuo sfavore (se puoi, toglilo).
- Il rosso ha un forte potere seduttivo: indossato dalle donne indica una maggiore disponibilità sessuale per gli uomini e una maggiore rivalità per le donne. Durante il primo colloquio eviterei di indossare capi di abbigliamento di questo colore. Per capi di abbigliamento rosso intendo pantaloni, giacca o camicia; mentre i dettagli rossi, ad esempio, sulla sciarpa oppure con una cintura in questa tonalità, vanno benissimo.
- Il blu è molto utile se vuoi guadagnare autorevolezza. Lo consiglio durante il primo colloquio.
- Il nero è un indicatore di potere, molto utile da utilizzare se si vuole dare un’idea di forza e determinazione.
- Chi indossa vestiti di brand famosi viene percepito con uno status economico più alto. Potrebbe essere utile sfoggiare abiti firmati in alcuni settori come nella moda o nelle aziende del lusso.
2. La puntualità è il primo biglietto da visita
Essere puntuali ad un colloquio è il tuo primo biglietto da visita per dimostrare affidabilità. Ti consiglio di arrivare almeno mezzora prima dell’appuntamento, specialmente se devi prendere i mezzi o la macchina e non sai se ci possono essere imprevisti sulla strada. Se dovessi arrivare molto prima, vai in un bar a prendere un caffè e quando mancano dieci minuti al colloquio inizia ad entrare in azienda e ad annunciarti alla reception. Quasi sicuramente ti faranno aspettare (e delle volte sono molto in ritardo) ma almeno tu hai dimostrato di essere stata nei tempi prestabiliti.
3. Arriva preparata e sarai a metà dell’opera
Quando lavoravo in azienda ho avuto modo di fare diversi colloqui a giovani che dovevano essere inseriti in qualità di stagisti o tirocinanti. Mi è capitato spesso di trovare ragazzi impreparati, che arrivavano al colloquio senza la benché minima idea sul tipo di azienda per la quale andavano a fare il colloquio e, peggio ancora, su cosa rispondere alle canoniche domande da selezione. Per prima cosa è fondamentale che tu sia ben informato sulla tipologia di azienda, sulla sua storia e i prodotti/servizi che offre, oltre a studiarti bene tutte le voci presenti nella job description per la quale stai facendo il colloquio. Solo in questo modo potrai prepararti alle eventuali domande degli esaminatori che, in genere, sono molto simili. Domande tipiche sono, per esempio:
- Dimmi un tuo pregio (punto di forza)
- Dimmi un tuo difetto (punto di debolezza)
- Dove ti vedi tra 10 anni
Preparati a casa a rispondere a queste domande in modo preciso ma sintetico, giostrandoti tra quello che sei veramente e quello che l’esaminatore vorrebbe sentirti dire. Se, per esempio, il lavoro per cui stai facendo il colloquio richiede una buona dose di precisione e tu sei una persona precisa, allora nei punti di forza io lo specificherei. Sui difetti di una persona io troverei qualcosa di te che possa intaccare poco il lavoro e la relazione con i colleghi, sottolineando comunque che è un’area che stai migliorando nel tempo. Se, ad esempio, stai facendo domanda per un lavoro creativo e tu sei tendenzialmente una persona disordinata, allora specificalo come difetto (che non va particolarmente ad intaccare la creatività, anzi) ma segnala che stai lavorando per migliorare il tuo ordine.
Un’ultima cosa da preparare prima di un colloquio di lavoro sono un paio di domande da fare ad un colloquio direttamente all’esaminatore perché capita, in genere alla fine del colloquio, che quest’ultimo dia spazio alle curiosità o approfondimenti del candidato in riferimento all’azienda e alla job description.
4. Motivazione e flessibilità sono i due MUST
In una società globalizzata come la nostra due sono i MUST per i giovani che si affacciano sul mondo del lavoro e che puntano a fare carriera: avere una forte motivazione e una grande flessibilità.
Dimostra di essere motivata durante il colloquio e volenterosa di imparare il mestiere, di fare nuove esperienze e di avere l’umiltà di apprendere da chi questo lavoro lo fa da più anni. Inoltre, dimostra grande elasticità mentale e capacità di adattarti a contesti nuovi e multiculturali; perché la maggior parte delle aziende sono ormai multitasking e hanno bisogno che i propri dipendenti seguano i cambiamenti sempre più frequenti a cui l’azienda li sottopone.
5. Meno stressata, più performante!
Essere stressata ad un colloquio di lavoro è assolutamente normale e può essere un’arma in più per performare meglio, ma solo se lo stress non è esagerato. Infatti, una buona dose di stress aumenta l’adrenalina e migliora la performance, ma quando lo stress supera un certo limite non solo è controproducente ma è anche palesemente visibile all’occhio dell’esaminatore.
Un consiglio che ti voglio dare per scaricare la tensione durante il colloquio, è quello di tenere una penna in mano. In questo modo saprai dove mettere le mani evitando, così, di metterle in posizioni che possono veicolare insicurezza o disagio come, per esempio, nell’incavo delle cosce. Inoltre, avere una penna tra le mani evita di gesticolare troppo (altro errore da evitare). Attenzione, però. Non aprire e chiudere il tappo durante il colloquio perché l’esaminatore potrebbe spazientirsi. La penna serve solo per tenere qualcosa in mano e scaricare la tensione.
Anche in questo articolo abbiamo visto consigli utili che arrivano direttamente da ricerche neuroscientifiche o psicologiche. In questo caso dal mondo del neuromanagement, una nuova branca del management che si avvale delle ricerche sul nostro cervello per essere più efficace nelle teorie che propone e che possono essere utili anche per affrontare un colloquio di lavoro.
Come sempre, però, ti voglio far riflettere sul tuo essere donna e sull’esigenza, visto l’allungamento dei tempi per avviare una buona carriera, di prenderti cura della tua femminilità a partire dai progetti per il futuro che non devono essere dimenticati o cancellati. Uno tra questi è la maternità che, se stai leggendo questo articolo, probabilmente è un tuo lontano obiettivo; perché al momento hai sicuramente altre priorità.
Sappi, però, che il tuo corpo ha dei tempi che la natura ha prestabilito e che sono lontani dalle esigenze del mercato del lavoro di oggi. È per questo che ho sposato a pieno il progetto “Il Momento Giusto”, che parla di noi donne e dell’opportunità che ci dà l’Egg Freezing, la criocoservazione ovocitaria a scopo precauzionale, di decidere quando è il momento giusto per essere mamme senza l’angoscia dell’orologio biologico.
Dott.ssa Laura Pirotta – Psicologa clinica specializzata in neuroscienze
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