Pensa alla tua vita fino ad ora trascorsa. In tutti questi anni, da quando sei nata ad oggi, hai mai discusso con una persona? Hai mai avuto un litigio acceso in famiglia? Hai mai avuto una divergenza di vedute rispetto ad un argomento per te importante?
Non sono una veggente ma sono pronta a scommettere che tu abbia risposto di sì a tutte le domande qui sopra. Il motivo è semplice: il conflitto è inevitabile perché fa parte della natura umana. Oltre a essere inevitabile è anche necessario perché, se gestito in modo costruttivo e con l’intento di migliorare una relazione o una situazione problematica, consente all’essere umano di progredire e di evolversi.
In questo articolo ti voglio dare tre consigli utili per la corretta gestione del conflitto in famiglia, sul lavoro o con gli amici.
Tecniche di gestione dei conflitti
1. Affronta il conflitto in modo propositivo
Spesso le persone non si accorgono del conflitto in essere o non vogliono vederlo. Questo succede per svariati motivi. Una persona può fare finta di niente e dribblare un conflitto per il quieto vivere oppure perché è consapevole di fare fatica ad affrontarlo in generale o con una persona specifica. Anche se il conflitto è diventato un elefante in una stanza, come dicono i britannici, alcune persone pretendono di non vederlo oppure pensano che quell’elefante sia un topolino. A volte capita che molte persone si accorgano di un problema e che il diretto interessato non lo riesca a visualizzare o percepire come tale nella sua vita. Hanno l’idea che, facendo finta che il problema non esista o che sia più piccolo di quanto non sia realmente, esso possa volatilizzarsi o diminuire di grandezza. Il punto è che i problemi non si risolvono da soli! E se il problema non viene risolto diventerà sempre più grande, proprio come una balla di fieno che rotolando aumenta sempre di più il proprio volume.
Ti sarà sicuramente capitato di vedere dei film in cui c’è un supereroe che deve sconfiggere un mostro cattivo. Ad un certo punto del film, puntualmente, il supereroe si ritrova a dover fronteggiare il mostro che, nel frattempo, è cresciuto in grandezza e in potere. Per sconfiggerlo occorrerà ancora più energia e forza di quanta il supereroe ne ha utilizzata fino a quel momento, correndo anche il rischio di rimanere sopraffatto dal nemico. Quel mostro nella nostra vita quotidiana può rappresentare un problema o un conflitto non risolto che, se non viene affrontato, diventa ancora più potente e nocivo e corriamo un rischio maggiore di essere sconfitti.
“Uccidi il mostro quando è piccolo” recita una frase utilizzata dai mental coach, poche ma significative parole che ci indicano la strada giusta per affrontare i conflitti. Infatti, se il “mostro” è piccolo è più gestibile, è meno potente e meno pericoloso. A mano a mano che il mostro si ingrandisce e acquisisce potere esso può soppiantarci e costringerci a capitolare di fronte a lui perché non sappiamo dominarlo, non sappiamo gestirlo.
È quindi importante affrontare il conflitto quando ancora è gestibile e domabile. Inoltre, evitare il conflitto crea uno squilibrio con le altre persone coinvolte portandoti a perdere di credibilità e autorevolezza negli occhi degli altri, non solo agli occhi di chi è direttamente interessato ma anche di chi ti osserva esternamente.
2. Gestire i conflitti deve generare un cambiamento positivo
Per poter esprimere la tua arrabbiatura devi tenere a mente tre importanti presupposti. La tua comunicazione deve:
1. Preservare l’autostima dell’altra persona
2. Mantenere la relazione con l’altra persona
3. Produrre un cambiamento positivo della relazione
Se non viene soddisfatto anche solo uno di questi presupposti allora lascerai che la rabbia prenda il sopravvento nella relazione e la inquinerai fino a danneggiarla in modo irreversibile. Inoltre, non produrrai alcun cambiamento positivo della relazione.
3. Comunica la tua arrabbiatura in modo efficace e rispettoso
Che differenza c’è tra le frasi “Sono arrabbiato con te” e “Mi hai fatto arrabbiare”? Ad una valutazione superficiale possono sembrare due frasi che esprimono lo stesso concetto ossia che c’è una persona che prova rabbia nei confronti di un’altra. Da un punto di vista linguistico e psicologico più profondo, invece, le due frasi non intendono la stessa cosa. Infatti, se nella prima frase “Sono arrabbiato con te” il soggetto si prende piena responsabilità della sua emozione, nella seconda frase “Mi hai fatto arrabbiare” sta dando la colpa all’altra persona per la rabbia che ha dentro. Ecco due domande che ci aiutano a riflettere su questa seconda frase: come fa una persona esterna che non siamo noi a generare dentro di noi un’emozione? E, soprattutto, come fa una persona al di fuori di noi ad essere responsabile delle nostre emozioni? In effetti, stiamo dando a questa persona un grande potere su di noi sia in positivo sia in negativo, come se le nostre emozioni fossero dipendenti da come le altre persone si comportano con noi o da ciò che pensano, dicono e provano nei nostri confronti.
In ultimo, questa frase attribuisce il problema “arrabbiatura” ad una persona identificando il problema con la persona. Ricordati, però, che i problemi non sono le persone così come le persone non sono problemi. Tu puoi avere un problema con una persona ma questo non significa né che la causa è tutta da attribuire all’altra persona, né che l’altra persona è un problema. Imparare a prendersi la responsabilità delle proprie emozioni e dei propri stati d’animo è un primo importante step per utilizzare le emozioni come veicolo per la risoluzione del conflitto.
Invece che dire o sotto intendere nella relazione “Tu stai sbagliando, tu sei il problema” è fondamentale prendersi le proprie responsabilità nella relazione e piuttosto dire “C’è un problema nella nostra relazione. Mi piacerebbe insieme a te trovare una soluzione”. Con questa frase ti allinei al tuo interlocutore senza sembrare né inquisitorio né accusatorio ed esprimi chiaramente il tuo obiettivo ultimo: trovare una soluzione.
La gestione del conflitto in una relazione di coppia
Ora che hai appreso le tecniche base per la gestione dei conflitti, vorrei farti riflettere sull’importanza di trovare soluzioni che possano evitare del tutto o risolvere successivamente situazioni difficili. Uno tra questi accade spesso nelle relazioni affettive, all’interno delle quali può capitare che tra partner si arrivi al punto di trovarsi completamente in disaccordo su un argomento delicato e importante come quello di avere o non avere figli.
L’argomento “bambini” non è sempre tra le priorità di entrambi i partner allo stesso momento e questo può essere causa di forti conflitti all’interno di una relazione. Soprattutto considerando il fatto che la fertilità femminile subisce importanti oscillazioni e il periodo di maggiore capacità riproduttiva per una donna è tra i 20 e i 30 anni; un’età in cui, spesso, non si ha la stabilità economica, lavorativa e affettiva per pensare a progetti di vita così impegnativi come il diventare madre. Per poter vivere serenamente il rapporto di coppia e la propria ‘’finestra fertile’’, si può valutare l’Egg Freezing: l’Egg Freezing: una tecnica medica che consente di prelevare i propri ovociti e crioconservarli nel tempo, per avere una chance in più di diventare madre quando sarà il momento giusto per entrambi.
Dott.ssa Laura Pirotta – Psicologa clinica specializzata in neuroscienze
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