La tocofobia: una fobia caratteristica delle donne che non hanno mai partorito, ma che può colpire anche una donna nei parti successivi al primo
Molto spesso le donne sono vittime di domande che possono arrivare a fare male, perché considerate come vere e proprie intrusioni nella loro vita personale. Quesiti che, sovente, vengono posti proprio dalle persone più vicine, quelle che dovrebbero comprendere meglio quando è il momento di evitare determinati argomenti molto personali. O, almeno, riservare particolare delicatezza nell’affrontare argomenti molto intimi come, ad esempio, la maternità.
Ci sono donne che rimandano la decisione di avere un bambino per i motivi più disparati: l’assenza di un compagno con cui progettare un futuro insieme, una carriera da costruire, dopo anni di studio, dura gavetta e, soprattutto, in una società che rende alle donne più difficile l’accesso a livelli professionali alti, ma potrebbero anche essere altri i motivi che portano a rimandare il momento giusto per progettare una gravidanza. Tra questi c’è la paura. Non solo la paura di non essere all’altezza, di far nascere il proprio figlio in un mondo che è tutto fuorché perfetto, di non poter dare al proprio bambino o alla propria bambina tutto quello che si vorrebbe. A volte, nella mente delle donne si insinua quella che è considerata una vera e propria fobia. Avete mai sentito parlare della tocofobia? Ovvero la paura del parto e della sofferenza che si potrebbe arrivare a provare nel momento in cui si compie il miracolo della vita.
Solitamente la tocofobia è caratteristica delle nullipare, le donne che non hanno mai avuto figli, ma talvolta arriva ad essere provata anche da chi è già diventata mamma. La causa potrebbe essere riconducibile ad eventi traumatici legati al parto, elementi che rendono difficile accettare una nuova gravidanza.
Le caratteristiche della tocofobia, la paura di partorire
Il termine tocofobia è di recente creazione (2000, British Journal of Psychiatry) ed è un fenomeno che purtroppo riguarda sempre più donne, letteralmente terrorizzate dai dolori del parto. Una fobia così forte che spesso le spinge a rinunciare alla maternità, nonostante il desiderio di diventare madre sia presente. Una vera e propria ansia per il parto incontrollabile ma che con il giusto supporto e aiuto può essere superata. Ovviamente, come per tutti i disturbi che coinvolgono la sfera emotiva, il percorso psicoterapico può essere lungo. Tempo che, sfortunatamente, le donne non hanno: la fertilità femminile, infatti, è al suo apice tra i 20 e i 30 anni, un’età in cui già, oggi come oggi, risulta difficile inserire tra i propri progetti di vita un figlio; per esigenze sociali, economiche, lavorative e anche, in molti casi, a causa della paura del dolore del parto.
Uno psichiatra della Cambridge University nel 2018 ha intervistato ventisei donne tra i 22 e 41 anni, note per avere un’irragionevole paura del parto, con l’obiettivo di classificare la tocofobia per la prima volta nella letteratura medica. I risultati hanno evidenziato tocofobia primaria (evitamento della gravidanza fin dall’adolescenza), secondaria (evitamento di successive gravidanze dopo la prima, a causa di traumi durante la gestazione e il parto) e legata a sintomi di depressione prenatale. La conclusione dello studio sottolinea l’importanza di riconoscere la tocofobia come una condizione specifica e l’esigenza di trattare la paura del parto a livello ostetrico e psichiatrico.
Tra le principali cause della tocofobia troviamo:
- un parto traumatico precedente (ad esempio un parto con travaglio lungo e doloroso, manovre ostetriche invasive o complicanze come la gravidanza extra-uterina e il taglio cesareo d’emergenza)
- una difficoltà nella relazione con il figlio precedente
- un disturbo depressivo in corso
- abusi sessuali subiti durante l’infanzia o l’adolescenza
- un disturbo post traumatico da stress (PTSD)
(Fonte: www.psiconline.it)
Avere paura del parto: come si manifesta la tocofobia
La tocofobia, sia nella sua forma primaria sia nella sua forma secondaria, si riconosce per la reticenza stessa della donna di parlare di qualsiasi argomento legato alla nascita di un bambino. Come spesso accade nei soggetti fobici, il primo passo per uscire dalla situazione di impasse dovrebbe essere quello dell’ammissione di soffrire anche al solo pensiero di una futura gravidanza. Ma non è facile, perché la maternità viene ancora oggi vista come completamento della figura femminile, oltre ad essere descritta come il momento più appagante nella vita di una donna, e questo preconcetto non fa altro che alimentare il senso di inadeguatezza e apprensione nel soggetto tocofobico.
«La paura del parto è fisiologica, ma in alcuni casi diventa una vera e propria ossessione con una risposta ansiogena da parte della donna
che si manifesta attraverso palpitazioni, tachicardia, sudorazione accelerata e un fortissimo senso di angoscia»
(Dott.ssa Manuela Caruselli)
Soffrire di tocofobia crea un profondo malessere nella donna (prima, durante e dopo la gravidanza) e può arrivare ad avere effetti negativi nel rapporto madre-figlio, all’interno della coppia e con le persone più vicine, le quali difficilmente comprendono preoccupazioni, ansie e paure così forti in una donna che desidera un bambino.
Come superare la paura del parto
Come ogni fobia, anche per la tocofobia esiste una via d’uscita. Basta trovare il giusto supporto. Il primo passo per affrontare la tocofobia consiste nel parlarne con il proprio medico ginecologo che saprà consigliare la struttura più idonea alla quale affidarsi, sia per ricorrere all’Egg Freezing e preservare la fertilità per quando arriverà il momento giusto di avere un bambino, sia per superare i timori legati alla gravidanza e al parto con il valido aiuto di psicologici, ginecologi e ostetriche.
Il supporto alla gestazione è fondamentale per scacciare ansia, preoccupazioni, stress e paure legate alla maternità, così come è importante informarsi fin da giovanissime riguardo i cambiamenti del proprio corpo in tutte le fasi della sua vita per arrivare a vivere ogni evento con consapevolezza e serenità. Maternità compresa.