La fertilità in premenopausa
La vita delle donne attraversa diverse fasi che è sempre bene conoscere, per non farsi trovare impreparate di fronte ai cambiamenti che il corpo affronta anno dopo anno nel corso della vita. In particolare, non tutte sanno che esiste una condizione, la premenopausa, che, come suggerisce il nome stesso, non è la menopausa vera e propria in cui la fertilità termina il suo naturale ciclo iniziato con il menarca, ma una fase precedente a questo momento dell’esistenza femminile che subentra tra i 40 e i 45 anni.
Oggi vogliamo affrontare la premenopausa per aiutarvi a comprendere come cambia la fertilità femminile con il passare degli anni e, in particolare, con l’avvicinarsi della tanto temuta fine della vita riproduttiva, che rappresenta un rito di passaggio da affrontare serenamente, correttamente informate su tutte le modifiche a cui il nostro organismo andrà incontro. Così che anche la mente sia preparata ad affrontare ogni evoluzione che il passare del tempo comporta.
Cos’è la premenopausa
Prima di raggiungere la menopausa ogni donna affronta diverse fasi della vita riproduttiva, caratterizzate da una progressiva riduzione della fertilità e, dunque, della capacità di concepimento naturale. Nel dettaglio, con il termine climaterio vengono descritti il fenomeno che precedono, accompagnano e seguono la fine della funzione riproduttiva femminile.
Il termine premenopausa, invece, si utilizza in modo generico per indicare quel periodo in cui la donna sperimenta i cambiamenti del ciclo mestruale, con mestruazioni che diventano irregolari e mutamenti fisici e psicologici che preannunciano l’avvicinarsi della menopausa. La premenopausa ha una durata media di 4 anni, ma può variare in eccesso o in difetto da donna a donna, arrivando anche a persistere per 10 anni. In generale, inizia tra i 40 e i 45 anni, età in cui si va incontro a una lenta e graduale cessazione dell’attività funzionale delle ovaie e della produzione degli ormoni sessuali.
Infine, la perimenopausa è il periodo immediatamente precedente o successivo alla menopausa (1-2 anni in media), in cui la donna sperimenta polimenorrea (maggiore frequenza delle mestruazioni) e oligomenorrea (mestruazioni distanziate l’una dall’altra tra i 35 e i 90 giorni): eventi che indicano la preparazione del corpo alla menopausa.
Al termine di queste fasi, poi, si manifesta la menopausa vera e propria, con la cessazione definitiva delle mestruazioni e con il termine del periodo fertile femminile. Di fatto, quando una donna entra in menopausa, non è più possibile l’instaurarsi naturale di una gravidanza.
Come cambia con l’età l’apparato riproduttivo femminile
Sappiamo che con l’avvicinarsi della menopausa la donna affronta repentini cambiamenti, soprattutto a carico dell’apparato riproduttivo. Il ciclo mestruale si interrompe, le ovaie non producono più estrogeni e i tessuti muscolari e connettivi, anche dell’apparato riproduttivo, vanno incontro a una progressiva riduzione, con conseguente rischio di prolasso e disturbi di varia natura che possono rendere ancora più difficile l’accettazione di questo momento della vita.
La vagina è maggiormente a rischio infezioni e tanti diversi organi dell’apparato riproduttivo, come l’utero, le ovaie e le tube di Falloppio, subiscono una sorta di involuzione, a indicare la fine del periodo fertile di ogni donna. Ancora, lo spessore e le dimensioni delle piccole e grandi labbra diminuiscono così come le dimensioni del clitoride, mentre il Monte di Venere si abbassa.
Sono tanti i malesseri e i problemi che questi cambiamenti possono comportare nella donna, minando anche la qualità della vita sociale e sessuale femminile. Si può soffrire, oltre che di infezioni, anche di irritazione cronica, alterazioni del pH naturale, secrezioni vaginali, difficoltà a urinare, incontinenza, secchezza vaginale a causa di una ridotta lubrificazione naturale, dolore durante i rapporti sessuali (dispaurenia).
Se è vero che la menopausa altera l’intimo femminile con ricadute anche nella sessualità, è bene ricordare che i cambiamenti degli organi riproduttivi, in genere, non interferiscono con la libido o il piacere sessuale, anche se alcune donne sperimentano un calo dell’interesse. Dal punto di vita puramente anatomico lo stimolo sessuale non viene a mancare nemmeno dopo la fine della fertilità, anche se ogni donna affronta questo periodo in un modo diverso.
Sicuramente, una corretta informazione e la consulenza di uno specialista aiutano a capire, tranquillizzare e prepararsi al meglio all’affrontare questo grande passaggio della vita.
Si può rimanere incinta in premenopausa, menopausa precoce o menopausa?
Molte donne vivono i rapporti sessuali in menopausa con timore, sia per i possibili malesseri sperimentati e il dolore che si può provare a causa di cambiamenti fisiologici naturali sia per timore di una possibile gravidanza. È bene però ricordare che in caso di una menopausa conclamata, ovvero in assenza di mestruazioni da 12 mesi consecutivi, non è più possibile rimanere incinta in quanto la riserva ovarica si è esaurita e non avviene più l’ovulazione. In premenopausa, invece, è ancora possibile concepire naturalmente; anche se le possibilità sono decisamente ridotte.
Lo stesso discorso vale per la menopausa precoce, ovvero quando le mestruazioni cessano prima dei 40 anni (OMS). Non è una condizione compatibile con il concepimento, perché si tratta in tutto e per tutto di una menopausa, anche se non inizia in età matura, come ci si aspetta, ma quando si è più giovani.
Diverse, invece, le considerazioni negli anni che precedono la fine del ciclo mestruale e durante il quale le donne affrontano molti cambiamenti. In premeopausa, infatti, può instaurarsi una gravidanza, anche se, come accennato in precedenza, è un evento molto raro. Inoltre, l’età materna avanzata è un fattore di alto rischio per il benessere fetale, con maggiore possibilità di aborto e anomalie cromosomiche.
Calo delle possibilità di rimanere incinta con l’aumento dell’età
Non dobbiamo mai dimenticare che l’età gioca un ruolo fondamentale nel determinare il tasso di fertilità di ogni donna, cioè la sua capacità biofisiologica di avere figli. La fertilità maschile e quella femminile seguono naturali processi di invecchiamento, ma se nell’uomo la produzione di spermatozoi non si interrompe, diminuendo solo di qualità e quantità nel corso della vita, nella donna la finestra fertile è molto limitata. Ogni donna nasce con un numero stabilito di follicoli e quindi di ovociti, che si riducono all’aumentare dell’età.
⇒ Per scegliere coscientemente quando e se avere un figlio, è importante che già da giovanissime ci si informi su tutto quello che concerne la propria fertilità. Per motivi sociali, economici e lavorativi, infatti, la prima gravidanza avviene in media in Italia a 32 anni (Istat) ma a questa età è già in corso una diminuzione della capacità riproduttiva che, invece, è all’apice tra i 20 e i 30 anni.
Diventa fondamentale, di conseguenza, essere sempre informate sul corretto funzionamento del corpo femminile, delle fasi che attraversa, dei cambiamenti che affronta e delle possibilità mediche di preservazione della fertilità tramite crioconservazione ovocitaria, in modo da arrivare preparate ad ogni evento con serenità e regalandosi l’opportunità di avere maggiori chance di diventare madre qualora non si riesca a rimanere incinta naturalmente a causa dell’età.