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Cara community di MagFem,

Oggi conosceremo il significato di convivere con l’endometriosi attraverso le vite di Giulia, Viola e Paola; nomi e storie di fantasia, ma rappresentativi di milioni di donne in Italia che affrontano quotidianamente sintomi dolorosi e significative sfide psicologiche legate a questa malattia, ancora troppo spesso sottovalutata. Molte di loro, infatti, attendono fino a 10 anni per ottenere una diagnosi che possa dare un nome a sintomi che interferiscono in maniera impattante con la loro vita.

Le sfide fisiche ed emotive dell’endometriosi: le storie di Giulia, Viola e Paola

Dal menarca alla menopausa, queste donne affrontano dolore pelvico, mestruazioni dolorose (dismenorrea), difficoltà nei rapporti sessuali (dispareunia), e altri disagi che limitano le loro attività quotidiane. Molte volte, queste condizioni non sono facilmente diagnosticabili.

L’infertilità e la menopausa precoce sono solo alcune delle conseguenze che possono derivare da questa malattia, come dimostrato da uno studio recente della Fondazione Italiana Endometriosi.

Le donne affette da endometriosi trascorrono anni a cercare e provare ogni tipo di trattamento per alleviare i sintomi invalidanti, dalle terapie ormonali a quelle alternative ai farmaci ormonali, antinfiammatori e antidolorifici, fino alla chirurgia laparoscopica. Tuttavia, nessuna di queste opzioni garantisce una completa guarigione dall’endometriosi.

Parliamo sempre di più di endometriosi, eppure mai abbastanza e non a sufficienza per quanto riguarda gli aspetti psicologici che comporta vivere con un dolore cronico. Proviamo, per una volta, ad immaginare il peso che questo carico può rappresentare per le nostre figlie, amiche e colleghe che ogni mese devono lottare con il dolore mestruale.

Scopriamo insieme le storie di Giulia, Viola e Paola.

Giulia: un peso invisibile e incomprensibile

Giulia ha solo 15 anni. Da quando ha avuto le sue prime mestruazioni, la sua vita è stata segnata da dolori pelvici intensi, perdite abbondanti e irregolarità mestruale che la lasciano spossata e senza forze ogni mese. Oltre a questo, Giulia affronta il costante timore di macchiare i jeans o la sedia in classe a causa delle mestruazioni.

Mentre le sue coetanee si divertono e vivono la loro adolescenza spensierata, Giulia si ritrova a dover rinunciare alla scuola, alle uscite sociali e allo sport quando le mestruazioni arrivano.

Questa situazione la rende sempre più confusa e impotente di fronte a un problema di salute così invalidante. Il suo umore e la sua autostima ne risentono gravemente, portandola a dubitare del suo corpo e a isolarsi, alimentando un costante senso di inadeguatezza e colpa per non riuscire a partecipare alle attività della sua età.

Giulia si confida con la mamma, la quale le offre rassicurazioni, dicendole che crescendo il suo corpo si abituerà alle mestruazioni e che diventeranno regolari e meno abbondanti, e che una volta avuto un bambino tutto l’apparato riproduttivo si sistemerà. Giulia e sua mamma non hanno mai sentito parlare di endometriosi, ma potrebbe essere questa la causa dei suoi problemi. E non sanno che il tempo o una gravidanza, purtroppo, non sistemerebbero nulla se così fosse.

Viola: il mondo in un palmo di mano

Viola ha 25 anni e il grande sogno di viaggiare ed esplorare il mondo, magari lavorando da remoto ogni giorno in un luogo diverso, ma combatte con sintomi misteriosi e sempre più dolorosi. Nonostante anni di pillola contraccettiva, antidolorifici e visite mediche, nessuno specialista è riuscito a diagnosticare con precisione la causa del suo malessere in concomitanza con le mestruazioni. Le speranze di Viola vengono spesso minate dalla paura di dover rinunciare ai suoi sogni a causa della sua salute precaria.

Le ricerche autonome di Viola su internet la portano a sospettare che possa essere affetta da endometriosi. L’incertezza sulla propria salute e sul futuro professionale la porta a sentirsi intrappolata tra i suoi desideri e le difficoltà pratiche che una condizione cronica come l’endometriosi potrebbe comportare.

Questa situazione la porta a vivere attacchi di ansia e depressione, con pensieri ossessivi sul suo futuro incerto. Viola si chiede come sarà possibile realizzare il suo desiderio di esplorare il mondo se l’endometriosi dovesse confermarsi, sapendo che al momento non esiste una cura definitiva per questa patologia.

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Paola: speranze e sfide verso la maternità

Paola, 35 anni, desidera intensamente avere un figlio con il suo compagno, ma l’endometriosi, diagnosticata qualche anno prima, sta mettendo a dura prova la sua relazione e la sua salute mentale.

I dolori intensi durante i rapporti sessuali e la mancanza di una gravidanza desiderata alimentano un circolo vizioso di ansia e disperazione. Il compagno di Paola, inizialmente comprensivo, ha iniziato a interpretare le difficoltà ad avere un rapporto come un segnale di mancanza di amore, portando a ulteriori tensioni e ferite emotive. Paola si sente incolpata e non capita, con l’incertezza sul futuro della sua famiglia che la spinge verso stati d’animo negativi e un senso di impotenza. Questa situazione ha un impatto psicologico profondo e complesso su Paola.

La sua lotta con l’endometriosi e il fallimento nel concepire un bambino alimentano sensi di colpa, autostima ridotta e paura di essere abbandonata dal partner. La costante tensione emotiva e la disillusione riguardo alla sua salute riproduttiva minano il suo benessere mentale, portandola a dubitare di se stessa e del suo valore.

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Ora è più che mai importante cambiare punto di vista sull’endometriosi

Uno degli aspetti più frustranti dell’endometriosi è il ritardo nella diagnosi. Molte donne soffrono per anni senza sapere di avere questa condizione, il che può portare a una mancanza di comprensione e sostegno sia da parte dei medici che dell’ambiente circostante. Questa confusione e incertezza possono alimentare ansia e stress.

Il dolore cronico e l’incertezza legata alla malattia possono influenzare profondamente l’autostima e la percezione di sé stesse. È comune provare una sensazione di perdita di controllo sulla propria vita e sul proprio corpo, portando a sentimenti di frustrazione e disperazione.

Un aspetto cruciale da considerare è il modo in cui molte persone attorno a loro minimizzano i sintomi, invalidando il loro dolore e le loro sfide quotidiane. I commenti insensibili come “È solo il ciclo mestruale, tutte le donne provano dolore” possono alimentare sentimenti di isolamento, umiliazione, rabbia.

Queste storie evidenziano quanto sia importante considerare l’aspetto psicologico dell’endometriosi, oltre ai sintomi fisici e alle terapie mirate.

Molte donne che convivono con questa malattia si trovano ad affrontare non solo il dolore fisico, ma anche ansia, depressione, e sfide emotive legate alla loro salute e alla loro qualità di vita.

Cosa puoi fare?

Se ti ritrovi nelle storie di Giulia, Viola o Paola, sappi che non sei sola. È fondamentale cercare supporto medico ed emotivo qualificato per gestire l’endometriosi in modo efficace. Parla apertamente con il tuo medico ginecologo o recati presso un consultorio famigliare per ricevere diagnosi e terapie adeguate. Cerca anche una rete di sostegno, sia online sia offline, che ti permetta di conoscere persone che comprendono veramente ciò che stai vivendo.

Ricorda che il tuo dolore è reale e merita attenzione. Non lasciare che gli altri minimizzino la tua esperienza. Prenditi cura di te stessa, sia fisicamente che emotivamente, e non esitare a chiedere aiuto quando ne hai bisogno.

Cara lettrice o caro lettore, se conosci una donna che sta vivendo una situazione psicofisica simile, sappi che puoi esserle di grande aiuto. Mostra comprensione, offri il tuo sostegno e aiutala a trovare risorse adeguate ad affrontare l’endometriosi. Insieme, possiamo contribuire a sensibilizzare e ad affrontare questa malattia in modo più empatico e consapevole.

La vostra compagna di viaggio,
MagFem

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